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Cosa è il Jet lag sociale? Adulti, adolescenti e bambini

Cosa intendiamo per jet lag sociale o social jet lag?

Nel mio saggio sulla scuola “A scuola non si respira più”, nella parte dedicata ai bisogni dei ragazzi, nel III capitolo avevo descritto il fenomeno del “social jet lag”. La situazione era riferita al pre – covid, quando ancora  si parlava poco in Italia di questo problema. Riporto quanto scritto:

“Il Social jet lag è un fenomeno di cui si parla troppo poco in Italia ma che colpisce molti ragazzi in età scolare.

Ogni tre anni, su tutte le classi, anche quelle non di cattedra del mio Istituto Scolastico, ho proposto ai ragazzi, dalla prima alla terza classe della secondaria, un questionario aperto (l’ultimo risalente al 2017) con alcune domande: l’ultima:

Se tu potessi cambiare le leggi che regolano la scuola, cosa suggeriresti?

Cosa hanno risposto i ragazzi?

I ragazzi si sono sempre scatenati abbastanza.

La maggior parte di essi, mai avvenuto prima, ha risposto che vorrebbe alzarsi più tardi, arrivare a scuola alle nove o alle dieci. Quasi a tutti pesano le ore scolastiche. Si sentono stanchi. Alcuni hanno preferito farsi riconoscere.

A seguito di discussione in classe è risultato che passano ore su WhatsApp prima di addormentarsi e quindi soffrono di insonnia……

Cosa affermano i medici?

Sugli effetti negativi di questa sindrome del XXI secolo ha riflettuto l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno evidenziando come la maggior parte dei nostri ragazzi non beva caffè, non faccia uso di bevande energetiche, non fumi sigarette e alcool per cercare di rimanere svegli ….. ma usi il cellulare sino a tardi e la mattina arrivi a scuola già stanca…..

In quale stato vivono alcuni ragazzi?

…..Alcuni ragazzi, non pochi, mi hanno cercato in privato per comunicarmi il proprio stato di ansia e di carenza di sonno, tanto da dover ricorrere chi a melatonina, chi a qualche goccia di psicofarmaco; molti soffrono di ansia e tanti sono seguiti dallo psicologo…..L’allert è per i genitori…..”

Cosa è nello specifico il social jet lag?

Disturbo da jet lag è il disturbo circadiano del sonno causato dallo spostamento orario del nostro solito ciclo del sonno. Basta lo spostamento di  due fusi orari per risentirne nel sonno, con sintomi molto personali, differenti da persona a persona.

Quali sono i sintomi del jet lag sociale?

Il viaggiare verso est dà origine a disturbi più elevati rispetto al viaggiare verso ovest. Gli specialisti ci consigliano allora, in presenza di disturbi del sonno, di abituarci spostando gradualmente il ciclo sonno – veglia prima di viaggiare. Il problema si pone anche in coloro i quali sono costretti, per lavoro, a cambi di turno.

Quali consigli per ridurre il social jet lag?

Sono molti i consigli che gli specialisti ci dispensano per mantenere a regime il più possibile il ciclo luce – buio. Questo problema che crea sonnolenza diurna, insonnia, nausea, malessere, irritabilità e depressione e rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche.

Cosa dobbiamo fare per dormire meglio?

Per dormire bene dunque dobbiamo mantenere il nostro orologio biologico in sincronia con i cicli di luce – buio.

Il periodo di pandemia e il sonno?

Afferma il il Prof. Sergio Garbarino, consulente scientifico di Sonnomedica Centro di Medicina del Sonno di Milano, specialista in Neurologia e Neurofisiopatologia del Dipartimento Neuroscienze Università di Genova e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno nella Giornata Mondiale del Sonno, il 19 marzo 2021, all’evento  #WomenLidlDream, per approfondire le problematiche dello smart working.

Smart working collegato ai disturbi del sonno

Egli afferma che quasi il 60% degli adulti italiani accusi disturbi da social jet lag dovuti all’auto – isolamento, dalla disturbata percezione del tempo, con riflessi nocivi sulla quantità e qualità del sonno. Si va dalla insonnia alla narcolessia, all’epilessia notturna, alle apnee ostruttive del sonno e molte altre. Per poter riequilibrare le nostre problematiche suggerisce il professore vi sono alcuni must:

  • la disciplina (tempo e luogo);
  • la dieta solida (preferire i carboidrati la sera);
  • la dieta liquida (evitare prima di dormire bevande come la caffeina);
  • la temperatura (dormire in ambienti tra i 19 e i 21 gradi);
  • l’attività fisica (evitando attività di medio – alta intensità che favoriscono invece l’ aumento dell’adrenalina);
  •  la lettura (moderata);
  • le tecnologie (soprattutto nei giovani usare gli smartphone prima di dormire porta ad un peggioramento del sonno. Oltre a dormire meno, l’emissione della luce blu emessa dagli schermi va ad incidere soprattutto sulla qualità del sonno.
    • Questo problema ha portato all’aumento del fenomeno chiamato Social Jet Lag. Inviare mail la sera, chattare con lo smartphone amplifica il problema e il recupero nei weekend non serve. Tutto ciò incide sulla nostra salute, sui problemi circolatori, sulle difese immunitarie e porta a malattie di tipo infettivo, anche alla obesità. Che il sonno sia importante lo sapevamo. Ora, più che mai, occorre prenderne atto. Non tutti siamo uguali; alcuni dormirebbero ovunque non riuscendo a capire chi viene a contatto con problemi legati al sonno, ma i dati ci dicono che la situazione è allarmante.

Cosa riporta l’Istituto Gaslini di Genova a tale proposito?

Lo studio attuato dal gruppo di ricerca formato da  Sara Uccella (specialista in NPI, dottorato in pediatria-neonatologia DINOGMI, “IRCCS G. Gaslini”) Fabrizio De Carli (consulente statistico, CNR, Genova) Lino Nobili (Professore Associato NPI, DINOGMI, IRCCS G. Gaslini) e il Team della NPI, della Psicologia, dell’Unità di Crisi, dell’ufficio Informazioni e Relazioni con il Pubblico del Gaslini: Cristina Venturino, Maria d’Apruzzo, Elisa De Grandis, Sonia Di Porfirio, Paola Cimellaro, Serena Rebora, Gianlorenzo Pisseri, Miriam Fiore, Kristina Consulichanche, riporta l’impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia.

Quali sono stati i disagi psichici dei bambini dovuti alle chiusure?

“In considerazione delle persistenti regolamentazioni di chiusura di asili e scuole e di altri tipi di servizi sociali, il benessere dei più piccoli appare assediato allo stesso modo degli adulti per ciò che concerne la qualità di vita e l’equilibrio emotivo, a prescindere dallo stato psico-sociale di partenza, per effetto diretto del confinamento stesso e per il riflesso delle condizioni familiari contingenti (assenza o perdita dei nonni, genitori disoccupati o senza lavoro, scarsa socializzazione, etc..). Infatti, i bambini respirano e hanno respirato come non mai l’aria di casa in questo periodo, con tutti i possibili aspetti positivi e negativi legati alla situazione familiare.

Il Gaslini e i dati a proposito:

Sin dalle prime fasi della pandemia l’Istituto Giannina Gaslini ha attuato un programma di monitoraggio e di intervento dedicato al supporto della popolazione pediatrica e delle loro famiglie, con un questionario rivolto a molte famiglie italiane su tutto il territorio.

I dati del questionario

Il questionario ha riscosso subito interesse da parte della popolazione: in due settimane hanno aderito 6800 soggetti da tutta Italia, di cui 3245 hanno dichiarato figli (< 18aa) a carico…..Il 64.7% delle persone che hanno compilato il campione è di sesso femminile, con un età media che si colloca nella fascia dei 40-45 anni. Dall’analisi dei dati relativi alle famiglie con figli minori di 18 aa a carico (3251 questionari) è emerso che nel 65% e nel 71% dei bambini con età rispettivamente minore o maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione.

I bambini sotto i sei anni

Per quel che riguarda i bambini al di sotto dei sei anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la “componente somatica” (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa).

Social jet lag domestico

In particolare, in questa popolazione è stata osservata una significativa alterazione del ritmo del sonno con tendenza al ”ritardo di fase” (adolescenti che vanno a letto molto più tardi e non riescono a svegliarsi al mattino), come in una sorta di “jet lag” domestico. In questa popolazione di più grandi è stata inoltre riscontrata una aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore. Il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini/ragazzi correlava in maniera statisticamente significativa con il grado di malessere circostanziale dei genitori.

Il malessere dei genitori ha condizionato quello dei ragazzi?

All’aumentare di sintomi o comportamenti suggestivi di stress conseguenti alla condizione “Covid” nei genitori (disturbi d’ansia, dell’umore, disturbi del sonno, consumo di farmaci ansiolitici e ipnotici), i dati hanno mostrato un aumento dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti, indipendentemente dalla pregressa presenza di disturbi della sfera psichica nei genitori. D’altra parte i disturbi della sfera emozionale dei genitori conseguenti alla “condizione Covid” sono risultati essere significativamente accentuati nel caso di pregresse problematiche di natura psichica……Inoltre il malessere psichico dei genitori legato alla “condizione Covid” è risultato significativamente più frequente e intenso nella famiglie al cui interno erano presenti sia persone anziane che bambini ….

La situazione di confinamento ha portato stress?

La situazione di confinamento ha determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni significative a livello non solo della salute fisica ma anche di quella emozionale psichica dei genitori e dei bambini.

Possiamo dedurre, dai dati sconcertanti riportati nel mio recente articolo sulla salute mentale dei ragazzi, che molta attenzione debba essere riposta negli investimenti sulla scuola, sulla salute in generale e sul potenziamento dei Servizi Sanitari nei territori, sempre più ridotti all’osso, anche essi tagliati, da tutti i governi, da anni a questa parte.  

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