Oggi 3 dicembre 2023 è la giornata mondiale della disabilità, argomento da me trattato a fine 2019 nel mio saggio “A scuola non si respira più”.
Non mi risulta che ci siano stati cambiamenti, da allora, per aumentare organici, per riorganizzare tutto il sistema sull’integrazione scolastica, cambiamenti necessari ed auspicabili.
Nell’a.s. 2017 – 2018 gli allievi diversamente abili erano più di 284.000, numero aumentato nel 2021 – 2022 a 316.000, il 3, 8% degli studenti (Dato ISTAT).
Quali i motivi? Tanti, per vari motivi.
Ecco poche righe scritte sull’argomento.
Le leggi più recenti
[…]Nel 1992, con la L.104 “legge quadro sull’handicap” l’integrazione scolastica deve avvenire per tutti, allievi con handicap anche molto gravi, e per ogni ciclo di scuola, compresa l’università, nelle classi comuni.
Alla famiglia e alla scuola, unitamente ai Servizi, è stato affidato il compito di orientare verso l’acquisizione delle abilità sociali, in vista di un progetto di vita. Nel 1997, la L. 59 (legge Bassanini sull’autonomia scolastica) all’art. 21 parla di autonomia didattica finalizzata al diritto di apprendere.
Nel 1999 poi con la il D.P.R. 275 le istituzioni scolastiche… riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo […]
Vari interventi legislativi si sono susseguiti sino ad una vera modifica della normativa sui ragazzi diversamente abili con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), ma, a parte la burocrazia, nulla sostanzialmente cambia a scuola.
Talvolta l’integrazione dei ragazzi diversamente abili, è ben gestita con una scuola bene organizzata che riesce a creare, insieme alla famiglia e ai Servizi, l’inizio di un “percorso di vita”, grazie ad un lavoro centrato sul ragazzo/a ai fini di indirizzare ad una scelta mirata relativa all’orientamento scolastico[…]
È questa l’integrazione scolastica?
Direi di no. Come referente per anni per l’integrazione, mi è capitato più volte che certi genitori, molto attenti ai bisogni dei loro ragazzi, mi chiedessero qualcosa in più quanto a risorse. Ma oltre al tempo prolungato, ormai ridotto all’osso (due pomeriggi alla settimana, ormai neanche quelli) la secondaria di primo grado non è in grado di garantire altro tempo scuola.
Gli stessi genitori si trovano, quindi, a non avere altre possibilità. Non è semplice gestire e affiancare per tutta la giornata, sia da insegnanti, sia da genitori, ragazzi con deficit talvolta anche motori, magari dotati di curiosità, voglia di muoversi, di fare sport adeguati, essere sempre stimolati. Le famiglie quindi, anche le più attive e disponibili nei confronti dei figli, vengono lasciate sole (gli affidi educativi sono pochi). Arrancano e si battono con molta dignità e senso di responsabilità per indirizzare i loro ragazzi ad un futuro degno del termine, che tranquillizzi anche loro.
Per i ragazzi molto gravi, il futuro non è roseo
Sino alla scuola secondaria questi ragazzi possono essere parzialmente sostenuti dalla scuola. Il passaggio alla secondaria di secondo grado molte volte è impossibile. Si cercano centri, strutture. Spesso si assiste, cercando ovviamente percorsi paralleli alla scuola, alla solitudine delle famiglie.
Esse sono nella maggior parte già arginate dalla società, ma è dalle scuole superiori che arriva il vuoto e il vulnus della mancanza di integrazione e comunicazione tra gli operatori dello stesso ambito territoriale con Servizi e strutture carenti sui territori ……..