Lo yoga deve essere praticato e vissuto sempre come se fosse una prima esperienza ed il potere del bravo maestro è quello di far scoprire all’allievo che quegli attimi di respiro e di movimento o di contemplazione sono indirizzati al nostro benessere.
Lo Yoga è praticato nel mondo da milioni di persone. Qual è il suo vero significato? Quale Yoga scegliere nella vasta panoramica attuale? Quanti percorsi esistono? Come individuare il bravo insegnante e quali caratteristiche deve avere? Perché Om? Cosa c’è oltre la Om? Cosa è la meditazione? Come si arriva ad essa? Come si sviluppano i diversi stadi meditativi?
Come si pone lo Yoga rispetto alle problematiche depressive? Perché è importante conoscersi attraverso le costituzioni ayurvediche?
Con linguaggio chiaro l’autrice descrive i sentieri yogici, dai primi passi sino a tecniche avanzate quali quelle di Laya e di Dhyana Yoga inducendo curiosità, addentrandosi nel flusso dello Yoga attraverso il proprio percorso esperienziale.
Cerca di condurre il lettore all’interno di questa antica disciplina avvalendosi di alcuni passi tratti dai testi sacri dello Yoga per indirizzare non soltanto coloro che desiderano approfondirla e sperimentarla più in profondità, ma anche coloro che in un tempo relativamente breve desiderano farla diventare una vera esperienza di vita.
Una momento del mio percorso yogico: ricevo dal maestro Nidhi (ing. Paolo Quaranta) il nome spirituale, un mantra personale ed una mala.
Prefazione
Il libro di Margherita Politi fa fede al suo nome spirituale “jnanadhaara” che nella lingua sanscrita significa “flusso di conoscenza intuitiva”: il testo riflette e mostra tutta la sua lunga esperienza cognitiva ed esperienziale di praticante Yoga e, come un flusso, trascina il lettore attraverso un’avventura nei diversi percorsi formativi che lo Yoga è in grado di offrire.
Colpisce come il libro sia dedicato non soltanto alle persone che desiderano avventurarsi per la prima volta nella pratica dello Yoga, ma anche a quelle che, dopo anni di pratica, potrebbero percepire una nuova ebbrezza nel percorrere il sentiero yogico, trovando stimoli fino ad oggi trascurati o il desiderio di voler approfondire maggiormente l’aspetto mentale e meditativo.
Quello che mi ha attratto subito nella lettura del testo è lo scopo dell’autrice, a mio giudizio riuscito, di comunicare al lettore in modo semplice e chiaro le innumerevoli sensazioni che possono emergere durante il percorso yogico, un cammino che nel tempo ha portato Margherita ad essere una curiosa e attenta “ricercatrice spirituale”.
Penso che chi leggerà questo libro non potrà non sentire una certa attrazione nel voler provare a praticare Yoga e ad “immergersi nel suo flusso”. Anche coloro che lo hanno percorso per un certo tempo, ma che poi per vari motivi l’hanno abbandonato, potrebbero manifestare il desiderio di volersi rimettere in gioco, nonostante gli impegni sempre un po’ stressanti della vita quotidiana.
L’esposizione si è concentrata soprattutto sul sentiero del “Raja Yoga”, “la via regale dello Yoga”, che rappresenta una vera e propria disciplina della mente, perché insegna alla persona che decide di intraprenderne il sentiero il modo in cui dedicarsi alla ricerca ed all’esplorazione del suo mondo interiore, per indirizzare i suoi sforzi verso il riconoscimento, la scoperta e l’affermazione delle proprie potenzialità energetiche e mentali più nascoste.
Finalmente un libro che tratta lo Yoga come Yoga integrale, disciplina mentale e non solo fisica, e che mostra con chiarezza come la cultura del “business” abbia saputo manipolarlo sino a modificarne l’essenza.
Il libro ha la capacità di far comprendere come lo Yoga possa essere anche definito “un’arte”, per i suoi aspetti creativi nello svolgimento delle pratiche fisiche e mentali proposte, ma anche per gli aspetti energetici che la personalità di ogni individuo è in grado di mostrare attraverso lo sviluppo della pratica meditativa, e proprio su questo importante aspetto l’autrice ci illustra e ci offre due esempi di pratiche meditative che hanno lo scopo di guidare la persona alla scoperta della sua mente e all’affinamento delle sua capacità di sviluppare consapevolezza verso di essa.
Offrendoci questo libro, l’autrice evidenzia la sua appartenenza ad un lignaggio molto antico, quello dei Saraswati dal nome della deità indù che rappresenta non solo il potere della conoscenza, ma anche la bellezza creativa che scaturisce nell’arte, nella musica, nella danza e nella letteratura.
Credete in voi stessi
Credete in voi stessi. Sappiate che avete la forza, la capacità, il coraggio e la volontà per trasformare voi stessi. Il modo migliore per raggiungere questo scopo è attraverso il silenzio, non attraverso la logica o l’intelletto, o attraverso domande e discussioni.
Sono stati scritti così tanti libri, eppure le persone continuano ancora a fare domande. Le risposte sono state date nelle scritture e da vari Maestri e Santi, eppure ancora chiediamo le ragioni, il perché, il come e il quando.
Continuiamo sempre a fare le stesse domande, anche se ci sono state date le risposte. Il libro vuole essere una risposta.
Imparate nel silenzio i misteri della vita comprendendo e credendo che ne avete la forza, il coraggio e la capacità.
Voi potete sicuramente trasformare un arido pezzo di terra in un giardino fiorito. Il metodo potete sceglierlo da voi.
Se l’acqua non è reperibile nei paraggi, dovrete scavare un pozzo o un canale da un fiume vicino. Voi trovate il vostro metodo. Voi dovete trovare i mezzi per procurarvi i semi giusti e proteggerli fornendo tutto quello che è necessario per la loro crescita.
Diventa facile e semplice se credete in voi stessi e avete volontà e sincerità. Non è di alcuna utilità starvene seduti con la testa fra le mani, pensando: “Dio, che cosa devo fare col mio pezzo di terra? È pieno di sassi e non c’è acqua nelle vicinanze”.
Questo atteggiamento fatalistico è la via per l’inferno. Questo è l’ostacolo più grande che si debba superare.
L’atteggiamento della fede è la scala verso il cielo. Dunque, non siate mai fatalisti. Abbiate sempre fede in voi stessi.
Premessa
Questo libro sul percorso yogico integrale è nato, a seguito della mia esperienza trentennale, dall’esigenza di divulgare cosa è lo Yoga e cosa vuol dire entrare nella sua dimensione.
Come mai, mi chiedevo, le persone conoscono lo Yoga soltanto come una pratica associata all’esecuzione di alcune posture fisiche e nulla più? Come mai tanta superficialità relativamente a questa antica pratica?
Molti, pare, abbiano praticato questa disciplina, ma è difficile trovare chi ne abbia colto l’essenza. Un motivo c’è ed è fondamentale.
Lo Yoga è un percorso “ad ostacoli”, un’esperienza realizzabile con la presenza di un insegnante qualificato che sappia accompagnare l’allievo nell’affascinante cammino di questa disciplina. Occorre innanzitutto scoprire in noi stessi quegli elementi necessari a saper individuare le affinità tra allievo e Maestro. Per entrambi dovrebbe trattarsi di una scelta sincera ed è per questo che è bene cogliere le fondamentali sfumature che rendono un Maestro capace di insegnare lo Yoga integrale, altrimenti meglio recarsi in una qualsiasi palestra.
Il titolo del libro, “Immergersi nel flusso dello Yoga” corrisponde alla sensazione che personalmente ho provato, e provo ancora oggi quando pratico Yoga: è come quella dell’immersione nell’acqua, quando, in estate, in apnea, vado ad esplorare il fondale dove numerosi sono gli organismi tra le rocce, e i pesci che riflettono le loro varie sfumature argentee o i loro colori brillanti: tutto è ovattato, l’unico organo di senso attivo, ma che non percepisco, è quello della vista.
La sensazione che ne scaturisce è di pura libertà, di immersione totale in uno spazio e in un tempo non miei, ma allargati; non percepisco rumori, non esiste più il mio ego, non esiste più il mio corpo, non esistono più i miei pensieri, tutto è focalizzato alla ricerca di colori, di forme, di riflessi di luce che mi inondano. Non sto parlando di dhyana Yoga o di samadhi, sigle di pratica molto complesse, ma della mia ordinaria esperienza durante una semplice immersione.
Il senso di freschezza che provo durante la meditazione, quando sono concentrata sul flusso del respiro alla ricerca dei miei diversi percorsi psichici, è quello che percepisco quando mi tuffo nell’acqua, nel suo flusso che scorre su di me potente, e che richiama la potenza della meditazione stessa.
Queste sono le mie sensazioni prevalenti quando pratico una lezione di Yoga, un’immersione profonda dalla quale è difficile staccarsi ed uscire. Sono il richiamo del Maestro, il suono di una campana, la vibrazione della Om che mi fanno tornare gradatamente sul tappetino.
L’incontro con un Maestro può essere casuale. Succede anche per l’amore. Come scrive Massimo Recalcati nel suo libro “Mantieni il bacio”, un vero incontro avviene per caso, mai è cercato. Potremmo indagare all’infinito sui filosofi che nel tempo hanno parlato di caso, di sincronismo, di karma, ma sta di fatto che soltanto quando si incontra il vero insegnante, è possibile intraprendere un percorso. Il vero Maestro fornisce le motivazioni, sa percepire gli stati d’animo, sa condurre per mano e incuriosire i propri allievi verso la conoscenza e la consapevolezza. Ed allora si entra in una strada che non finisce mai e mai si vorrebbe che finisse.
Generalmente si ritiene che chi pratica Yoga diventi un fanatico; io stessa per molto tempo non ho menzionato il mio amore per questa disciplina e se si indaga a fondo, siamo circondati da moltissime persone che, senza dichiararlo, la praticano.
La mia prima Maestra è stata Silvia Ginatta. Fu lei ad avermi fatto avvicinare alla bellezza e all’armonia delle pratiche e, con esse, a soffermarmi sul mio silenzio interiore. Dopo numerosi anni e numerosi insegnanti, ho trovato quello che è stato il mio secondo ed attuale Maestro, Nidhi. Lo conobbi molti anni fa, casualmente. Svolgeva le sue lezioni nel centro buddista di Genova dove mi ero recata per seguire meditazioni guidate.
Dopo aver praticato Yoga per un’ora con lui, mi resi conto che era l’insegnante giusto per me e così l’ho seguito dal 2012 al 2019, con corsi settimanali e poi con una serie di seminari domenicali a cadenza mensile. Dal 2019 si è trasferito a Trieste.
Nella contingenza della Pandemia del Covid-19, da diversi luoghi nel mondo, tutti uniti davanti a uno schermo ci siamo riuniti, ex allievi e nuovi, condotti da Nidhi, a praticare Yoga, con lezioni e seminari concordati, tutti collegati in piattaforma Zoom, molti di noi già istruttori, grazie ai suoi corsi di formazione.
In questo periodo infelice di solitudine, il poter comunicare tutti insieme nuovamente, seppure in modo virtuale, ci ha emozionato. Era da molto tempo che non vedeva alcuni di noi, ma un Maestro, quando si rende conto che i suoi allievi sono adeguatamente formati, come da tradizione, li lascia liberi, liberi di percorrere, se vogliono, nel suo lignaggio ma, comunque, liberi.
Non è stato facile per tutti noi percepire i livelli energetici con un approccio nel solo mondo virtuale. Ma quasi nulla è impossibile: attraverso il silenzio siamo riusciti ad “entrare” nel gruppo e a ricreare quella connessione così irripetibile tra allievi e Maestro.
Lo Yoga non finisce mai. Speriamo che questo virus sia debellato, che prima o poi riusciremo a festeggiare tutti insieme, come prima, in un ambiente non solo virtuale, a suddividere, come di consueto, ciò che ciascuno portava come pietanza durante la pausa pranzo nei seminari svolti in tutti questi anni.
Dedico ai miei Maestri Silvia e Nidhi, questo libro. Ho dovuto lasciare Silvia dopo essermi trasferita in altra città. Devo a lei l’aver posto le basi per poter individuare quale fosse il bravo insegnante. Ho ritrovato infatti lo Yoga integrale di Silvia nella pratica di Nidhi, quella energia del gruppo che conduce l’allievo a continuare nel percorso yogico. Entrambi hanno avuto la fortuna di ricevere insegnamenti soltanto da Maestri indiani qualificati o riconducibili ad essi.
Nel libro scrivo Maestro, non me ne vogliano le Maestre. Un tempo vi erano soltanto Maestri di Yoga, le donne non erano ammesse né agli studi né alle pratiche. Successivamente sono state molte le Maestre che ci hanno trasmesso questa bellissima disciplina portandola in occidente.
Il libro vuole essere divulgativo, e va ad analizzare i diversi sentieri del percorso yogico. Qualsiasi argomento io vada ad affrontare potrebbe essere oggetto di un altro libro; non è un manuale né di pratica quotidiana, né di filosofia yogica, ma un compendio del mio percorso esperienziale di anni di pratica e un viaggio attraverso i vari molteplici aspetti che caratterizzano questa antica disciplina. Il testo si avvale, oltre che della mia esperienza, dell’analisi di alcuni passi fondamentali dei testi sacri dello Yoga.
Il libro è rivolto sia a chi non ha mai praticato Yoga, sia al praticante iniziale incuriosito dal percorso a cui questa disciplina tende o al praticante esperto che ritroverà il piacere di riscoprire, pur dopo anni, che lo “Yoga è sempre una prima esperienza”.