Il ritmo respiratorio
Visto che il primo post sulla respirazione, con la spiegazione dell’atto respiratorio completo è stato ritenuto utile e molti mi hanno scritto nel sito chiedendomi ulteriori spiegazioni e suggerimenti per la pratica, vediamo come proseguire per allenarci a respirare meglio. Occorre essere giunti a padroneggiare, con l’esercizio suggerito nel precedente post, la respirazione completa.
E’ stata acquisita la respirazione completa?
Per vedere se questa, almeno in parte, è stata acquisita, possiamo monitorarci con le mani mentre respiriamo, facendo attenzione che per prima sia la mano sinistra, posta sull’addome, ad alzarsi, e poi quella destra, posta sul torace. Potremmo anche iniziare a creare o un semplice percorso psichico durante l’atto respiratorio visualizzando il nostro stesso respiro, vedendo la cavità addominale ampliarsi per poi espandersi in quella toracica e infine clavicolare, facendo attenzione che le spalle non si alzino.
Per chi guida, stando al volante, se la cintura di sicurezza è posta correttamente, la parte bassa della cintura si solleverà all’inizio della respirazione per poi passare e concludersi nella parte alta, dove passa l’altra parte della cintura.
Se vediamo che siamo ormai abituati ad utilizzare bene le nostre tre cavità, allora si può procedere con altri esercizi.
Nel caso avessimo una respirazione ancora troppo alta e non armonica, possiamo iniziare ugualmente con altri esercizi, ma non dovremmo abbandonare di esercitarci ad unire le nostre tre fasi respiratorie in una, magari proprio mentre guidiamo o siamo stesi a letto comodamente, oppure sdraiati in spiaggia, su un prato, o mentre stiamo camminando.
Per quanto tempo occorre esercitarsi con gli esercizi respiratori?
Ricordiamoci sempre che gli esercizi respiratori non devono mai essere protratti per lungo tempo: devono avere al massimo la durata di cinque respirazioni per poi tornare alla naturale respirazione.
Protrarli potrebbe causare giramenti di testa, ansia, e questo non deve mai succedere. La calma, l’osservazione, la consapevolezza che poniamo nella pratica deve essere posta anche sulla durata degli esercizi. La costanza invece è un atto di volontà. Se ci vogliamo bene, la cura è la prevenzione più efficace!
Non perfezione ma costanza: è solo questa la nostra arma migliore. Crediamoci!!!!
Qual è allora il secondo step dell’atto respiratorio?
E’ proprio la durata di un atto respiratorio. I tempi possono essere diversi, a seconda di ciascuno di noi, ma sempre, specifico SEMPRE, l’atto espiratorio deve essere più lungo di quello relativo all’inspirazione.
Approfittando quindi delle nostre vacanze, che siano al mare, in collina o in montagna, possiamo provare ad allenarci, passeggiando, per allungare la nostra espirazione. Possiamo esercitarci anche se semplicemente ci stiamo recando al lavoro.
Iniziamo a contare i nostri passi: ognuno avrà la sua misura. Iniziamo con il renderci conto di quale sia la nostra misura. Senza mai sforzarci. Occorre capire qual è il nostro ritmo respiratorio.
Cosa afferma lo yoga a proposito?
Ma prima vediamo cosa ci viene consigliato nelle tecniche respiratorie yogiche.
Nello yoga questa parte riguarda il pranayama, come spiegato nel post precedente.
Ovviamente, quanto di seguito riportato riguarda pratiche semplici di consapevolezza del respiro. Per chi volesse approfondire, occorre sempre un Maestro, in quanto alcune tecniche respiratorie sono molto potenti. Ma ve ne renderete conto in quanto anche le prime pratiche essenziali respiratorie necessitano di prudenza e consapevolezza.
Cosa dicono i grandi Maestri sul ritmo del nostro respiro?
Andre Van Lysebeth, uno dei pionieri dello yoga in occidente, dal 1949 allievo di Swami Sivananda, afferma sulla respirazione ritmata: “Assisi nella vostra posizione favorita per gli esercizi di pranayama, attendete che il respiro si regolarizzi da se stesso nel suo ritmo normale di riposo, mentre indirizzate la vostra attenzione sui battiti del cuore o sulle pulsazioni del sangue. Non è difficile: basta che vi concentriate sulla regione del cuore per prenderne coscienza a volontà. Se non ci riuscite ancora, potete semplicemente prendere i battiti al polso con il pollice e contarli. Allorchè percepirete nettamente i battiti del cuore – con o senza l’aiuto del polso – si tratterà di sincronizzare coscientemente i ritmi cardiaco e respiratorio. Contate due battiti all’inspirazione, quattro all’espirazione, e respirate così per circa un minuto……….questo ritmo è assai naturale.
Se vi capita, osservate un gatto acciambellato che ronfa: seguite il suo ritmo respiratorio osservandogli il ventre. Constaterete che l’espirazione dura due volte più della inspirazione. Per quanto riguarda voi, allungate progressivamente la vostra respirazione; contate tre battiti per l’inspirazione (puraka) e sei per l’espirazione (rechaka). Se vi è comodo e facile, aumentate a quattro battiti per la puraka, a otto per la rechaka”.
Perché dobbiamo allungare la fase del nostro espiro?
La corretta respirazione, lenta, ritmata, calma, va ad influenzare la qualità della vita stessa. Gli antichi yogi affermavano che la durata dell’atto respiratorio determinasse la durata della vita stessa. Essi avevano analizzato la durata dell’atto respiratorio in alcuni animali ed avevano concluso che gli animali con una respirazione più calma e lunga, come gli elefanti, i pitoni e le tartarughe godevano di una lunga vita, mentre quelli con una respirazione rapida come cani, uccelli, conigli, avevano una vita breve a confronto.
Cosa significa ciò?
Essi analizzarono come la durata dell’atto respiratorio influisse sul cuore: infatti constatarono come la respirazione completa, profonda, aumentasse l’assorbimento di ossigeno, donando vitalità e benessere, al contrario di una respirazione corta.
Come possiamo esercitarci per allungare la nostra espirazione?
Più facilmente possiamo iniziare, se stiamo camminando, a contare i nostri passi.
All’inizio cercheremo di capire, a seconda delle condizioni (se cammino in acqua, o in un sentiero, o in strada) qual è un ritmo che possiamo sostenere per qualche respirazione, in modo abbastanza naturale; a tre passi dell’inspiro dovranno corrispondere sei passi nell’espiro, per almeno cinque volte, poi aumentando il numero di passi, se vediamo che per noi la lunghezza dell’espiro è diventata quasi naturale, cercheremo di mantenerla nel tempo. Avverrà allora che, negli esercizi successivi aumenteremo di un passo, di quattro passi all’inspiro ed otto all’espiro, e via di seguito, ma questi rimarranno esercizi, in quanto saremo noi a fermarci al numero di inspiro ed espiro doppio, adatto alla nostra capacità respiratoria.
Ripeto: sono esercizi, quindi non forziamo mai e torniamo sempre al nostro respiro naturale. Pian piano, con l’allenamento, acquisiremo un ritmo respiratorio migliore, più calmo e profondo.
Non introduciamo ancora l’apnea. Questo sarà un passo successivo! Lasciamo che le nostre passeggiate siano ristoratrici, limitando ovviamente gli esercizi a qualche minuto……il controllo del respiro non deve diventare un ‘ossessione, ma soltanto un controllo periodico o un esercizio consapevole, piacevole, per arricchirci di profumi dell’aria, di brezza del mare o di ossigeno mentre camminiamo in un parco.
Ricordiamoci sempre che l’attaccamento è insito in molti nostri comportamenti e stati mentali e che la nostra natura psichica tende naturalmente all’attaccamento, uno degli stati mentali più difficile da eliminare per tutti, ma soprattutto per noi occidentali. Se ci accorgiamo che siamo su questa strada, occorre subito prenderne atto e non attaccarci all’idea di perfezione. Dovremmo soltanto abituarci a rendere più completo il nostro atto respiratorio e pian piano tutto avverrà con fluidità, calma, perseveranza, ma non attaccamento.
Occorrerà giungere, per migliorarla ulteriormente, anche alla fase di apnea del respiro, ma un passo alla volta!
Potete prendere nota dei vostri miglioramenti man mano che vi esercitate, creando un vostro diario personalizzato.
Scrivetemi se ritenete di essere diventati maggiormente consapevoli del vostro respiro e se questi due articoli vi sono stati utili!
Buona pratica!
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