Necessaria una nuova sindrome?
Nel mio saggio sulla scuola “A scuola non si respira più” denuncio come il nostro sistema -scuola sia retrocesso agli ultimi posti in Europa e metto un punto sulla situazione scolastica della scuola di primo e secondo grado esattamente prima delle chiusure per il Covid. Affronto il tema allarmante della dipendenza dei nostri ragazzi dagli smartphone. Alle varie sindromi di cui ho scritto sia nel libro sia nel mio sito, se ne aggiunge ora un’altra, quella della paura di essere disconnessi. Si tratta della Fear Of Missing Out (FOMO), termine ormai entrato nella letteratura scientifica.
Ne scrive ampiamente il dott. Duccio Baroni, psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale sul sito ipsico.it
Egli cita studi che partono dal 2013 sino a quelli più recenti del 2021: la FOMO risulta essere composta prevalentemente da due elementi:
- l’ansia relativa alla possibilità che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è assenti;
- il desiderio persistente di essere in contatto con gli altri attraverso i social network.
Afferma lo psicologo che la conseguenza dell’uso degli smartphone in questo caso porta a due manifestazioni comportamentali, all’evitamento sociale e al costante controllo della presenza di connessione ad internet. Questo implica la cosmpulsiva attenzione a non perdere nessuna notifica con aumento di ansia per la paura di non essere adeguatamente aggiornati su ciò che succede tra i pari.
Mi domando però perché avere l’esigenza di creare sempre sindromi nuove quando questo fenomeno viene già a configurarsi in quello che viene definito, già da anni in Europa, da noi soltanto da poco, del social jet lag : l’irrequietezza aumenta, l’allert va a creare uno stato di ansia con la conseguenza di iniziare a dormire ad ore sempre più tarde con la riduzione delle ore e della qualità del sonno e ricadute alquanto nocive sulla salute dei ragazzi e sulle loro performance.
Rimando al testo che avevo scritto a proposito:
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