Molta la preoccupazione: un adolescente su sette con disturbo mentale è un dato sconcertante!
Un monito per i genitori: riponete molta attenzione sui vostri figli!
Allarme: picco covid a scuola soprattutto tra i bambini
Bassa la frequenza a scuola. L’aumento delle quarantene non si arresta. La scuola ha carenza di organico, di mascherine con il caos sui tamponi. E’ arrivato il picco previsto nelle nostre scuole. I Dirigenti Scolastici, nella marea di regole diverse in tutti i gradi di istruzione, sono realmente, a dir poco, stressati. Non parliamo dei docenti.
Ma in tutto questo le condizioni psicologiche dei ragazzi continuano a peggiorare. Il covid, si spera, finirà, ma chi si occuperà del disagio dei ragazzi e dei bambini?
Intanto i medici si rivolgono ai genitori con un preciso monito: “state con gli occhi aperti“
Una scuola da riprogrammare: un monito per i genitori
Nel gennaio del 2021, esattamente un anno fa, Stefano Vicari, primario dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del nosocomio pediatrico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma romano lanciava un allarme. Tramite La Repubblica fece un appello ai genitori: “State con gli occhi aperti, condividete tempo e spazi con i figli”. Già troppi, egli denunciava, sono gli episodi di autolesionismo o in alcuni casi di tentativi di suicidio tra bimbi ed adolescenti. Questo è un fenomeno in crescita in quest’epoca di pandemia, di pari passo all’aumento dei ricoveri nel suo reparto, affermava.
Quali sono i dati?
Sconvolgenti: a livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i suicidi si collocano al secondo posto tra le cause di morte nella fascia d’età 15-29 anni e seconda causa di morte anche per i giovani italiani dai 15 ai 24 anni. Sui 4.000 suicidi l’anno registrati nel nostro paese, riferisce ISTAT, oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni.
Cosa afferma il prof. Vicari?
Afferma Vicari: “è anche a causa del Covid-19 e di questo periodo (con o senza lockdown) se sono aumentati atti autolesionistici e suicidari. Questi hanno segnato una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi che nei bambini: irritabilità, ansia, sonno disturbato…..Da ottobre ad oggi, quindi dopo la prima ondata Covid, abbiamo registrato un aumento dei ricoveri del 30% circa. Fino ad ottobre avevamo il 70% dei posti letto occupati ( 8 in tutto), oggi il 100%. Nel 2011 abbiamo avuto 12 ricoveri per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non. Nel 2020 erano oltre 300, quindi quasi uno al giorno……..
Tutto ciò è associabile al periodo Covid?
Tutto questo è assolutamente associato al periodo di chiusura. Gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante. Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga………
C’è un altra fetta nel mondo di giovani che si chiude sempre di più dentro casa. I ragazzi si chiudono dentro la stanza, che trascorre ore ai videogiochi senza nessun interesse sociale. Molti tra loro vivono l’inutilità della relazione e confinano sempre più questo mondo ai tablet o agli strumenti tecnologici. Finita l’emergenza sarà molto difficile farli uscire di casa. È li che trovano rassicurazione ora. È lì che gli si rinforza il sintomo di una fobia sociale che spesso si accompagna a forme più o meno acute di depressione”.
E a distanza di un anno?
Ad ottobre 2021sono stati pubblicati i dati allarmanti di Unicef nel nuovo rapporto “La Condizione dell’infanzia nel mondo”. Un adolescente su 7 ha un disturbo mentale Effetto Covid. Tra 15-24enni il 20% dei ragazzi si dice depresso. Secondo il rapporto però l’impatto della pandemia sulla salute mentale “è solo la punta dell’iceberg”.
Alcuni dati:
Più di un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato e tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni ragazze. Un disagio che a volte può diventare insopportabile e che porta quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita ogni anno, più di uno ogni 11 minuti.
Cosa afferma l’Unicef?
A stimare il costo psicologico della pandemia sono i primi risultati di un sondaggio condotto dall’Unicef e da Gallup in 21 paesi e presentato all’interno del nuovo rapporto. Secondo gli ultimi dati disponibili a livello globale, almeno 1 bambino su 7 è stato direttamente colpito dai lockdown, mentre più di 1,6 miliardi di bambini hanno perso parte della loro istruzione a causa delle chiusure delle scuole.
Quali fattori sono stati scatenanti?
- L’interruzione della routine;
- dell’istruzione;
- delle attività ricreative;
- la preoccupazione per il reddito familiare
- la preoccupazione per la salute.
Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown – ha dichiarato il direttore Il rapporto generale dell’Unicef Henrietta Fore – a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco, elementi chiave dell’infanzia stessa”
Questi dati risultano così gravi sotanto dal malessere in pandemia?
E così il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali. Le problematiche di salute mentale diagnosticate principalmente sono:
- ADHD;
- ansia;
- autismo;
- disturbo bipolare;
- disturbo della condotta;
- depressione;
- disturbi alimentari;
- schizofrenia.
Analisi della London School of Economism
Il rapporto indica che il mancato contributo alle economie a causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani è stimato in quasi 390 miliardi di dollari all’anno. Il direttore generale dell’Unicef ha dichiarato che i governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. A livello globale, infatti, agli interventi per la salute mentale viene destinato circa il 2% dei fondi governativi per la salute.
Come agire: un nuovo approccio scolastico
Avevamo dunque, a scuola, pre – covid, già numeri altissimi di ragazzi BES (Bisogni Educativi Speciali) che, come riporto nel mio saggio di denuncia sulla scuola “A scuola non si respira più” pubblicato a marzo del 2020, a parte la fascia dei diversamente abili, in Italia non usufruiscono né di percorsi di recupero nè di affiancamento dalla normativa L.170 /2010, e per molti altri motivi che vado a spiegare nel libro.
Di cosa avrà bisogno la scuola?
A mio avviso sempre di più la scuola avrà bisogno, con il ritorno in classe in presenza di tutti, auspicabile il prima possibile, di un nuovo approccio, di docenti formati a livello nazionale, non con una formazione frammentaria ma con un progetto formativo ed educativo atto a recuperare, con ritorno al tempo pieno a scuola, sia l’aspetto formativo, educativo e psicologico dei ragazzi. Ciò dovrà essere non soltanto per le fasce sociali che maggiormente hanno risentito della pandemia, ma per tutti. E’ vero, le disuguaglianze si sono acuite nella fascia socio – culturale più debole, ma anche i bambini, i ragazzi più seguiti in famiglia hanno risentito pesantemente e tuttora risentono di questo lungo periodo di solitudine e demotivazione.
Oltre alla Sanità i nostri decisori politici dovranno e dovrebbero sin da ora iniziare a “riprogrammare” la nostra scuola. Siamo ora in emergenza: ciò non toglie che non si possano creare commissioni atte alla revisione di tutto il nostro sistema educativo, già al collasso e al penultimo posto in Europa.
Il Paese della Cultura dovrebbe essere in grado di far crescere i nostri ragazzi in una scuola motivante, aperta, con attività laboratoriali e percorsi di interattività tra docenti e studenti. Siamo in grado di farlo, l’entusiasmo del corpo docente c’è e c’è sempre stato. Occorre certamente selezionare il corpo docente perché non tutti sono disposti a considerare l’insegnamento come lavoro full time, ma a noi serve questo, e i docenti preparati e dediti alla loro professione lo sanno, e già da molto tempo.