Tratto questo argomento nel mio saggio “Immergersi nel flusso dello yoga”. Un estratto dal IX CAPITOLO: Lo Yoga è sempre una prima esperienza: perché OM!

Questo suono viene considerato come un suono riservato a gente strana che si siede sul tappetino, pronta a svolgere esercizi altrettanto strani. Cosa è dunque questa emissione vocale di aria che nessuno all’inizio riesce a percepire? Sta al bravo maestro, dopo qualche tempo, spiegare cosa significhi “vibrare” la Om, ma non è così ovvio che venga comunicato. Probabilmente si ritiene che, per “sentire” e “comprendere” il vero significato del termine, occorra un minimo di pratica.

La Om, per chi pratica, è tutt’altro che un suono banale. Ha significati intrinsechi che il praticante, con il tempo, va a comprendere e percepire. Il maestro, ad inizio lezione, già dal suono della Om percepisce l’energia del gruppo che ha di fronte a sé, pur non conoscendo ancora individualmente tutti gli allievi. La qualità vibrazionale del suono Om, infatti, gli consente di “misurare la temperatura” ossia di essere il termometro del nostro stato emozionale.

La Om calma, potente, che parte dall’addome e fluisce sino a “bhrumadhya” è essenziale per poter entrare in uno stato meditativo. Quando invece qualcosa nella giornata ci ha disturbato, sembra che il suono della Om dall’addome non riesca a passare nella cavità cranica. Questo è indice di mancanza energetica, di stress, di uno stato emozionale un po’ alterato.

Al termine della lezione, l’emissione della vibrazione Om ci serve a percepire gli effetti che la pratica ha avuto in noi, nuovamente il termometro per misurare l’efficacia della pratica sul nostro stato psicofisico……..

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