Umore e postura
Il nostro umore può essere correlato alla nostra postura. Analizzando la postura di chi si ha di fronte si può cercare di comprendere il suo stato emotivo. I maestri di yoga lo sanno e, generalmente, sono soliti osservare questo aspetto in chi si ha di fronte in quanto, come scrivo nel mio recente saggio sullo yoga “Immergersi nel flusso dello yoga”, gli insegnanti di yoga cercano di capire l’ energia del gruppo, la personalità dei propri allievi per impostare una lezione. Infatti, per calibrare una buona lezione, è importante cercare di cogliere gli stati emozionali degli allievi. Non è certamente facile, ma se si riesce a capirlo, diventa più semplice essere di aiuto al praticante, con un’attenzione particolare sia verso le pratiche proposte (più in senso attivanti o disattivanti, più o meno meditative).Oggi, con lezioni a distanza, questo naturalmente è difficile.
Cosa dice la scienza?
E’ provato scientificamente come l’umore possa influenzare la postura. In particolare, i pensieri positivi portano ad una postura maggiormente eretta con il torace aperto ed una respirazione più profonda, con una maggiore quantità di ossigeno introdotto nel nostro corpo che porta ad una diminuzione delle contrazioni muscolari. Chi, invece, cammina e mantiene solitamente una postura curva, tende, per sua natura, a far prevalere pensieri tristi. La postura eretta ed aperta, assunta consapevolmente, ci aiuta in momenti di ansia e depressione in quanto in modo naturale viene rallentato il numero di respirazioni e contemporaneamente aumentato l’apporto di ossigeno al sangue.
Cosa ci dimostra tutto ciò?
Che gli stati emotivi sono in relazione con gli stati corporei. La persona che ha una postura con le cervicali non distese può mostrare un malessere emotivo, con ricadute sul piano fisico. La correlazione tra la contrazione muscolare e l’ipo – ossigenazione, è un dato incontrovertibile.
Una pratica yogica costante
Allora una pratica yogica costante, personalizzata, reiterata, può aiutaci a vivere in modo migliore le nostre diverse situazioni se siamo consapevoli di questa potente interazione.
Carl Gustav Jung, nella sua “teoria dei tipi di personalità”, che comprendeva otto tipi di personalità: il tipo pensiero-estroverso, il tipo sentimentale -estroverso, il tipo intuitivo -estroverso, il tipo sensoriale -estroverso, il tipo pensiero-introverso, il tipo sentimentale -introverso, il tipo intuitivo -introverso, il tipo sensoriale –introverso, aveva capito, analizzando, da psichiatra, in modo molto innovativo i vari pazienti e non solo, la relazione tra stile di personalità e postura.
Sappiamo quanto Jung fosse vicino alla filosofia orientale e studioso di testi orientali (la stessa Mindfulness è un compendio tra filosofia junghiana e buddista vipassana).
La postura influenza gli stati psichici
Si può quindi affermare come la postura possa influenzare gli stati psichici così come gli stati mentali possano influenzano il nostro atteggiamento posturale. Ci accorgiamo di come sia importante assumere una postura corretta anche per le ricadute che posture errate hanno sul nostro fisico oltre che sulla nostra psiche.
Da questa sintetica analisi possiamo capire come sia fondamentale riuscire a trovare uno spazio, tutti i giorni, per mantenere in esercizio il nostro corpo, per ricondurlo ad un corretto asse posturale. Importante è la determinazione nel cominciare perché poi il nostro corpo, abituato al benessere che gli forniamo quotidianamente, da solo, ci chiederà di prenderci cura di lui. Darsi obiettivi è fondamentale. Soltanto riuscendo a creare una nostra routine, a reiterare nel tempo quei pochi, personali esercizi che ci siamo proposti e a controllare ogni tanto la nostra postura, riusciremo a giungere all’obiettivo che ci siamo posti: nel nostro caso il benessere corpo – mente. Possiamo dunque sottolineare l’importanza della potenza della ripetizione nelle nostre pratiche!