Cosa è yoga?
Consapevolezza è Yoga, consapevolezza è anche meditazione.
Come giungere allo stato finale meditativo?
Yoga non è soltanto movimento o stasi, ma una vera e propria filosofia di vita.
Nel mio saggio “Immergersi nel flusso dello yoga” tratto questo argomento. Il testo non vuole essere né un manuale né un commentario, ma per entrare nella filosofia yogica e capirne l’essenza, non posso fare a meno di portare il lettore su riferimenti bibliografici e su alcuni passi fondamentali degli antichi testi, non a fini filosofico speculativi, ma per riuscire ad “entrare” nel vero sentiero yogico e per chiarire come il dharma sia molto presente nella pratica yogica. Ciò consente il raggiungimento dello stato finale di meditazione, dall’abbandono agli attaccamenti sino al viaggio nella spiritualità alla ricerca del Sé assoluto.
Qual è il significato di Dharma?
Nei commentari sacerdotali dei più antichi Veda, il termine dharma si impone a significare le azioni corrette che consentono al Cosmo di mantenere il suo ordine. Il dharma è quindi come un filo che tiene insieme i diversi grani di una mala. Un grano rappresenta la dimensione fisica, uno la dimensione mentale, ed un altro quella psichica. Ciascun grano rappresenta perciò una dimensione diversa, una diversa esperienza ed una diversa manifestazione, ma c’è solo un filo che unisce tutti questi grani insieme fra loro, e questo è il filo del dharma.
Lo yogi indica come significato più appropriato:
- indagare i fenomeni della mente;
- un principio da seguire nella vita;
- religione
- filosofia;
- dovere;
- obbligo;
- determinazione.
Dharma deriva da dharayete che significa qualcosa che viene trattenuto, assorbito, ed espresso; aiuta la persona a trascendere ed evolvere nei suoi tre livelli, da quello fisico, a quello sottile, a quello psichico. Questa mia precisazione proviene dal fatto che talvolta lo Yoga non è stato ben tollerato dai praticanti di dharma. Per molto tempo, e il dibattito è ancora in atto, alcuni ritengono che lo Yoga si discosti dal sentiero del dharma, per cui in molti centri buddisti si è sostenuto e si sostiene di tenere distanti le pratiche yogiche dal sentiero buddista. I corsi di Yoga che ho avuto modo di praticare nei centri buddisti sono stati tenuti da Maestri con un percorso yogico di dharma, pur non avendo preso rifugio nel buddismo. Lo Yoga, dunque, sembra essere “laico” e quindi appropriabile da qualsivoglia religione e Sivananda lo aveva chiaramente scritto nei suoi libri.
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