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Yoga in gravidanza

L’importanza di porre molta attenzione alla pratica

Questo articolo è in linea con l’obiettivo che mi sono proposta nello scrivere il mio saggio sul percorso yogico “Immergersi nel flusso dello yoga”, ovvero quello di rendere il praticante consapevole degli effettivi che si vogliono raggiungere nella pratica di questa antica e affascinante disciplina e avere gli elementi per saper scegliere un insegnante preparato e non improvvisato. I corsi per maestri di yoga, di breve durata e magari on line, sono molti, troppi.

Yoga infatti non può essere insegnato dopo una breve formazione, con un percorso superficiale, breve e a distanza: occorrono una seria preparazione e anni di esperienza.

La scelta di un insegnante qualificato è essenziale

Scrivo su yoga in gravidanza proprio perché in un periodo così delicato, la scelta del maestro preparato è fondamentale. Far eseguire asana dinamiche in sequenza e per un numero di volte eccessivo, senza controllo respiratorio, come è successo in situazioni che conosco, potrebbe risultare addirittura pericoloso per la futura mamma, e i corsi sullo yoga in gravidanza sono sempre sold out. Quindi attenzione!

Yoga non è ginnastica

Yoga non può essere praticato come “ginnastica” con qualche esercizietto di respirazione non consapevole. Yoga è tutt’altro! Cerco quindi di fare un po’ di chiarezza.

Indispensabile, soprattutto in un momento delicato come la gravidanza, è la consapevolezza che il corpo deve essere ascoltato, usando come criterio la moderazione. Sovraccaricare il corpo sarebbe un errore: è indispensabile scegliere movimenti armonici legati al flusso del proprio respiro. Si potrebbe tendere a sforzare il corpo dal momento che in gravidanza viene prodotta la relaxina, un ormone che rilassa e rende più elastici i movimenti pelvici: non abusare di questo nuovo stato corporeo: potremmo essere indotti a sforzare il corpo solo perché vediamo che è più semplice attuare le asana rispetto a “prima”, con il rischio di qualche stiramento. E’ il docente di yoga che dovrà indirizzare la pratica, non il nostro istinto!

Perché praticare yoga in gravidanza?

I vari corsi di preparazione al parto derivano dagli esercizi di yoga: si deduce quindi che praticare questa disciplina significhi iniziare a prepararsi ad affrontare il travaglio del parto.

Quando si affronta una gravidanza occorre imparare ad ascoltare il corpo attraverso una sua attenta propriocezione e dare ad esso i giusti nutrimenti anche dal punto di vista alimentare. Lo yoga ci deve aiutare a raggiungere equilibrio mentale e a mantenere il livello di forma antecedente alla gestazione.

Non stancarsi non significa rimanere seduti o sdraiati a letto, a meno che non sia consigliato dal medico, ma attuare quel minimo esercizio che determini un maggiore benessere fisico, mentale e psicologico.

Come praticare yoga in gravidanza?

Quando la mamma è distesa il feto si disporrà con la schiena (la sua parte più pesante) verso la colonna vertebrale della mamma. Gli esercizi che si consigliano sono dunque quelli in cui il bambino si posizioni correttamente per l’esecuzione del parto. Questi sono, ad esempio, quelli in quadrupedia, come Marjariasana (la posizione del gatto).

Le asana scelte dovranno mirare ad agire sul pavimento pelvico, rendendo più elastica la rete della muscolatura che sarà interessata dall’espulsione del feto e dal rapido recupero successivo.

Occorre sempre porre attenzione a non comprimere la pancia. Chi pratica da molto tempo riconosce subito quali siano gli esercizi da evitare ma se non si è praticanti esperti, meglio affidarsi ai consigli del proprio insegnante.

Molto importante è, per la mamma, riuscire a creare uno spazio quotidiano di quiete che la renda a contatto con tutte le vibrazioni del corpo e con le modificazioni della mente a contatto con un’altra vita al proprio interno.

Occorre scegliere asana che mirino:

  • Alla riduzione dello stress e all’aumento della calma;
  • Alla riduzione delle tensioni dal corpo;
  • Alla preparazione della mente – corpo;
  • Al favorire il contatto tra mamma e bambino;
  • Al far sì che l’aumento corporeo sia graduale;
  • All’aumentare della capacità respiratoria;
  • All’eliminazione dei fastidiosi dolori alla schiena.

Quali sono le asana più indicate in gravidanza?

Sono quelle che non comprimono la pancia. Da evitare sono quelle distese sulla schiena, le asana di torsione che comprimono l’addome e quelle di piegamento all’indietro e di piegamento in avanti (possibili con l’apertura delle gambe). Le posizioni di apertura del cuore sono da preferire. Gli esercizi di respirazione devono essere eseguiti focalizzando la mente sul petto piuttosto che sulla parte lombare della schiena, già caricata. Sono da evitare le posizioni di equilibrio perché pericolose per eventuali cadute.

Ascoltare il corpo è il consiglio principale insieme a quello di non esagerare. Portare anche nell’esecuzione delle asana l’attenzione al centro del petto piuttosto che nella parte lombare della schiena già aggravata dal cambio di postura con l’avanzare della gravidanza.

Qualche consiglio

Ricordiamoci che è sempre meglio praticare alla mattina piuttosto che alla sera (occorre sempre evitare anche un minimo sforzo fisico per favorire il sonno) a meno che non si pratichi soltanto il rilassamento corporeo attraverso il controllo respiratorio portando la mente alla meditazione. Ricordo che è sconsigliato il pranayama che tende ad aumentare il calore del nostro corpo come quelli che vengono attuati con respirazione addominale ritmata.

Come si evince, sono molti gli aspetti da prendere in considerazione se si pratica yoga in gravidanza: ci sono molti libri su questo argomento ma, anche in questo caso, attenzione alla scelta dell’autore. Tutti possono pubblicare!

Un consiglio: parlare prima sempre con il proprio medico ginecologo! E, soprattutto, non smettere di praticare dopo il parto!

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